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by superpalla

2011 edition

Aggiornato al 2 Gennaio




Motoviaggi



Estate 2010 - A scuola di tornanti





Caldo, caldo, caldo: un mese di Luglio veramente caldo, ed allora non ci resta che lasciare le assolate pianure alla ricerca di puro refrigerio al di sopra dei 1500m, almeno. Paesino con la sua moto da tornanti ci guida in un itinerario che si snoda sulle Alpi verso il Nord-Est, non solo alla ricerca del fresco, ma anche ad un approccio filosofico formativo al tornante che rimandando ad antichi ricordi associati al teutonico Heidegger chiameremo "Kehre Zen" ovvero lo Zen del tornante.
L'unica autorità che il Buddhismo Zen riconosce e su cui fonda il proprio insegnamento è la particolare esperienza che viene indicata come Satori, "Comprensione della Realtà" o anche Kensho, "guardare la propria natura di Buddha" ovvero "attualizzare la propria natura 'illuminata' ". Questa esperienza non viene semplicemente identificata come "intuizione" quanto piuttosto come una esperienza improvvisa e profonda che consente la "visione del cuore delle cose" la quale risulta essere identica alla "natura di Buddha" . Tale "natura di Buddha" è la natura di tutta la realtà, del cosmo e del Sé e corrisponde alla stessa vacuità Ku indicata dall' Enso, un simbolo dalla forma circolare tra i più significativi dello Zen. Obiettivo e contenuto delle dottrine Zen è dunque realizzare il Satori, ovvero una partecipazione attiva e consapevole al mondo anche se percepito nella sua dimensione di vacuità.
L'approccio Kehre Zen consiste nel raggiungere il "Satori del tornante" ovvero una partecipazione attiva e consapevole al microcosmo rappresentato dal tornante pur rendendosi conto della vacuità di questo microcosmo. La Motocicletta è l'unico mezzo che permette questo tipo di approccio, a piedi iltornante non è differente da un altro tipo di percorso, solo passi messi uno dopo l'altro, la bicicletta affatica il muscolo e l'acido lattico quando diventa l'unica fonte di energia del cervello non aiuta il bel pensare.
Parleremo quindi dell'approccio motociclistico del tornante.

Prima regola il tornante è una entità singola, non esistono i tornanti, ma la salita che comprende ogni ogni singolo tornate.

Seconda regola: il tornante è una entità globale e deve essere esaminato nel suo insieme

Terza regola il tornante è una unità temporale

Vediamo come si sviluppano le regole sul campo: se c'è una salita il praticante kehre-zen sa che ci sarà un tornante, ed inizia ad ossigenare il cervello lasciando i muscoli rilassati per non permettere all'acido lattico di risalire. Il primo tornante si percepisce con tutti i sensi, lo vediamo anche se ancora non c'è ed in un attimo si attiva la procedura. Con la concentrazione i dati si accumulano: fondo stradale, temperatura, visibilità, eventuali interferenze nella fase iniziale o finale della procedura e si elaborano una serie di traettorie possibili, per poi arrivare all'unica traettoria praticabile ovvero la traettoria ideale dove si entra in sintonia con il microcomo del tornate, lo si comprene e lo si inquadra come parte della salita. La posizione ideale per l'osservazione di tale pratica è al 65% del raggio di curvatura e l'osservatore neutrale noterà che ogni motociclista ha una traettoria differente per cui si potrebbe obiettare sull'esistenza della traettoria ideale. Orbene bisogna considerare l'insieme unico, globale e temporale, la traettoria ideale dipende da tutto ciò che esiste in un determinato momento in questo unicum , per cui al limite si potrebbe considerare ideale anche una traettoria con crash finale, in quanto unico evento possibile anche se previsto.
1° Giorno - Alessandria - Chiavenna - passo Maloja - passo Bernina - Livigno

Partiamo in ordine sparso, in una bella giornata il primo appuntamento è alla 233, ed ecco che si manifesta il primo problema: la moto da tornati che per complicarsi la vita ha la frizione idraulica, ha un livello del liquido prossimo al minimo. Paesino che in assenza del Cantoniere ne eredita anche le funzioni, inizia a preoccuparsi cercando di contagiare un ignaro automobilista in attesa di parenti ed ildott che essendo vaccinato e già in sintonia Kehre Zen risponde con un laconico o forse sardonico:" mal che vada la moto si ferma". Si parte, con una parte del convoglio con il muso lungo. Seconda tappa a Vercelli dove troviamo il Boss fumante con la Proff. Piccolo Paese esprime le sue preoccupazioni, ma viene redarguito con sei un asino dal Boss e con un sette in condotta dalla Proff. Sabato mattina, non ci sono veicoli pesanti e la A4 è scorrevole, ma passato il casello nella zona di Certosa c'è sempre il solito pasticcio che superiamo con qualche agile zig zag e via per Cinisello Balsamo e quindi sulla superstrada che ci porta a Lecco. Siamo in tanti ad avere la stessa idea per cui altri pasticci dopo Lecco, ma con pazienza e perseveranza superiamo gli ostacoli ed appena passato il lago, ci fermiamo per colazione con psicodramma. Coccolati da un tiepido sole facciamo il primo pieno di energia mentre il Nostro cerca di collegarsi in teleconferenza con il suo mentore, tal Gerardo che indaffarato delega la moglie: il risultato è disastroso, si raggiunge solo la conclusione che anche con il liquido della frizione al minimo, la moto dovrebbe avere una bella frenata! Tergiversando finiscono anche le brioches ma il barista impietosito gli regala due patatine Pai ed una bustina di zucchero in omaggio. Ripartiamo, superiamo Chiavenna e si inizia a salire e con la salita iniziano i tornati: dopo tanta teoria finalmente un po di pratica. Gli ultimi tornanti in successione prima del passo sono invitanti ma un postale svizzero ci rallenta e rende inutile la prima lezione. Salutati i paesaggi di Segantini scendiamo a Valle seguendo il corso dell'Inn bambino fino a St.Moritz, da dove deviando sulla destra prendiamo la strada per la Val Poschiavo ed il Passo del Bernina. Si sale in scioltezza in un bell'ambiente fino in cima all'ospizio dove ci fermiamo per uno spuntino in compagnia di tanti ciclisti e della squadra B della Cervelò in allenamento in altura. Piccola discesa e si risale per la arida Forcola di Livigno che ci riporta in Italia anche se in zona franca. Facciamo un bel pieno ad un buon prezzo e quini il Boss ci porta al Garni Champagne dove ci sistemiamo per benino. Shopping Man freme, per cui ci mettiamo subito in gioco con tante idee. Primo acquisto occhiali Oakley fotocromatici introvabili per il Boss col la Proff che lo controlla da vicino, ildott tentenna, mentre Paesino trova un bellissimo paio di stvaletti da tornanti. La pioggia ci coglie di sorpresa, ritorniamo a casa in ordine semisparso. Per cena scegliamo un localino conosciuto dai casalesi dove mangiamo bene, il dopo cena, bagnato, è solo una corsetta verso l'albergo.

2° Giorno - Livigno - Foscagno - Mortirolo - Gavia - Stelvio - Resia

La giornata promette bene anche se c'è una leggera nebbiolina mattutina. Pronti, dopo una breve colazione, assistiamo al rito della vestizione del Boss, che assistito dalla damigella Luisa, pare San Giorgio che si appresta ad affrontare il Drago. La prima cosa che affrontiamo è invece il Passo del Foscagno con relativa discesa fino a Bormio e quindi giù verso Tirano per imboccare la salita del mitico Mortirolo che affrontiamo nella variante di Grosio, bella ma un po strettina per le megamoto della compagnia. Arriviamo comunque sani e salvi in cima con il cielo sereno. La discesa è ripida e costante, i ciclisti l'affrontano di solito in senso inverso. infine siamo nella Val Camonica, che seguiamo in direzione del Passo del Tonale fino a Ponte di Legno da dove diparte la strada del Passo Gavia che affrontiamo con un certo languorino Vista l'ora, anche se è Domenica, c'è poco traffico, sono già tutti con i piedi sotto il tavolo, arriviamo al rifugio in cima e c'è un bel frescolino mangiamo qualcosetta e ritorniamo verso Bormio dove il passo dello Stelvio con la sua orgia di tornanti ci aspetta. Fare lo Stelvio per un motociclista è una esperienza mistica che ogni volta si rinnova; è una magia salire per gli ultimi tornanti con il motore che borbotta per l'altezza. La sosta è d'obbligo anche se è difficile trovare un buco decente per parcheggiare e poi, con i profumi di salsicce e crauti che impregnano l'aria, si commentano le motociclette in bella mostra. La discesa verso Trafoi mette a dura prova i freni e l'abilità nell'affrontare il tornante. Paesino, con moto e stivali da tornati, tiene un seminario sull'approccio khere-patafisico: ci insegna a guardare con occhio critico il tornante e il suo approccio, generato da una visione condizionata dall'abitudine, e dimostra come sia sciocco decifrare in modo univoco un fenomeno quando ne esistono infinite interpretazioni. Molti si fermano a guardare incantati. Sosta a Glorenza, la magnifica cittadina murata, con gelato da passeggio. Affrontiamo il dolce Resia col vento, ammiriamo il campanile nel lago e sistemiamo le moto nel fienile del comodo Hotel Ballnoier, scelto dal Boss in persona. Per cena il minibus del Ballnoier ci porta in una pizzeria a 4 passi dal confine con gli Austroungarici. Il Boss che tra i suoi antenati ha anche Pietro Micca si esibisce in una comanda che mette in imbarazzo il crucchissimo cameriere: spaghetti alla carbonara e la mai vista, alle nostre latitudini, pizza alla carbonara, che arriveranno in contemporanea al tavolo creando non poco disappunto nel nostro compagno di viaggio. Noi mortali ci accontentiamo di cose normali e mangiamo la pizza mentre un normale camoscio passeggia tra le auto in sosta. Ritorniamo a casa sempre in minibus e facciamo due passi fino al lago dove ci fermiamo nel bar di un mini residence nuovo di zecca che ha anche un nome per noi familiare "Mein Dorfl (mio paesino)" e ci riscaldiamo con una tisana prima del riposo. Ps il Boss è cotto, la Proff non fa una piega, non c'è che dire: una zavorra con i fiocchi!
3° Giorno - Resia - Samnaum - Silvretta - Arlberg

Bella giornata, dopo la solita colazione ritiriamo le moto dal fienile, passiamo il confine e a Naterno deviamo dalla strada del Resia per scendere verso l'Inn dal lato Svizzero, quindi a Martina si sale per Vinadi con strette gallerie fino a Saumnaum, dove è prevista la seconda sosta per lo shopping. Gironzoliamo senza concludere nulla, i prezzi sono alti, e la scelta è solo su generi di lusso. ci rifacciamo con un bel pieno a prezzi stracciati. Scendiamo verso Pfunds alla ricerca di un ristorantino ma sembra tutto chiuso e dobbiamo qusi arrivare a Landeck per trovare qualcosa di accettabile. Mangiamo in compagnia di altri motociclisti e poi via verso il Silvretta un po in ritardo sul programma di viaggio. Si paga il pedaggio in un casellino e ci immettiamo in una splendida vallata selvaggia con verdi monti che la circondano ed in lontananza il Piz Buin. La strada sinuosa sale dolcemente, ricorda le Highlands scozzesi, infine una serie ravvicinataa di tornanti ci porta in cima al passo con un bel laghetto di contorno. Breve sosta di rito per ammirare il panorama e poi la lunga e terribile discesa con molti tornanti Il Boss e Paesino passano indenni, mentre ildott che ha nostalgia della cucina non avendo nulla da cucinare pensa di cuocere l'olio del freno posteriore e dare una bella scaldata a quello dell'anteriore. Una sosta per la merenda con splendida torta al rabarbaro mette tutto a posto. Scesi a valle nelle vicinanze di Bludenz, risaliamo per l'Arlberg senza entrare in città con un pezzo di autostrada libera , che lasciamo allo svincolo che precede il tunnel. Un bell'alberghetto attira la nostra attenzione ci fermiamo e ci sistemiamo per benino. Forse siamo gli unici abitanti del paese, che vive esclusivamente d'inverno con comodi impianti di risalita. Mangiamo nel bel ristorante interno una forelle con patate e birretta scorrevole, i casalesi non disdegnano il dolce, quindi passeggiata al chiar di luna per le strade fredde e deserte, una tisana, qualche discussione sui massimi sistemi e poi a nanna.


4° Giorno - Arlberg - Innsbruck - Gerloss Pass - Neukirchen a.Gr.V

Giornata delle preoccupazioni. Dopo la solita colazione, Paesino inizia a dare segni di nervosismo, ildott lo visita per bene e diagnostica "Stress da liquido".Non ci sono cure, ma serve un intervento di uno specialista. Il Boss che ha una moto dai mille cassetti, tira fuori il satellitare e trova una casa di cura specializzata BMW a Innsbruck. Partiamo pieni di speranze, L'Arlberg Pass è a pochi tornanti, un agglomerato di residence ed impianti di risalita. La discesa verso la capitale del Tirolo è dolce ed il Boss ci guida con piglio deciso. Alla Bmw sono efficientissimi, una breve anamnesi, cui segue una diagnosi impietosa, serve subito un intervento chirurgico, attenendiamo con ansia che si liberi la sala operatoria impegnata da una vecchia olandese, poi in mezzoretta è tutto fatto; Paesino riacquista il sorriso e lasciamo la città per la Zillertal. Ci fermiamo subito ad Hall im Tirol dove troviamo una antica birreria con cucina, ci sistemiamo al fresco all'interno e mangiamo bene bevendo anche una buona HB. A pochi passi c'è anche una gelateria ed il Boss non resiste regalandosi due (kogel). Proseguiamo nel nostro itinerario e prima del Gerloss Pass ci fermiamo per una bibita refrigerante. Il Gerloss Pass è a pagamento ma non è nulla di straordinario: in cima c'è una bella visuale sulle cascate del Krimml. Scendiamo a valle, c'è una moltitudine di gente nella zona di accesso alle cascate, soprassediamo e a valle cerchiamo un bel paesello per fermarci. Il paese è Neukirchen e manco a dirlo ha una grande chiesa, troviamo posto nell'Hotel Brugger con due gestori un po scombinati. Mangiamo in sede, senza infamia e senza lode, e poi passeggiamo per il paese in festa con musica ed un po di movimento fino alle 23!!
5° Giorno - Neukirchen a.Gr.V - Grossglokner - passo Monte Croce Carnico - Cima Sappada

Ci mettiamo subito in viaggio per un must del motociclista: Il Grossglockner. La strada è bella e scorre veloce fino al casello del pedaggio dove c'è una bella coda.Paghiamo (una bella cifra) riceviamo un adesivo ed una cartina, e iniziamo a salire in un ambiente maestoso. anche se siamo in settimana, c'è un bel traffico. Facciamo la prima sosta all'Edelweiss Spitze troviamo un buco per parcheggiare mentre le automobile riescono al massimo a girare attorno all'angusto piazzale e ritornare a valle. La giornata è bella e lo sguardo si perde all'orizzonte, il sole è caldo ma l'arietta gelida ci ricorda che siamo al di sopra dei 2500m.Facciamo tutto l'itinerario turistico, mangiamo al self service e poi iniziamo con calma la discesa verso Helingeblut. Ultimo tratto in Austria fino al Passo di Monte Croce Carnico, ci sarebbe da fermarsi almeno una settimana per vedere i luoghi della grande guerra, ci sarebbe anche lo Zoncolan a due passi, ma procediamo spediti per le sorgenti del Piave a Cima Sappada. Arriviamo all'imbrunire e troviamo un paesino fiabesco con un bell'alberghetto: dove ci sistemiamo con moto nel pollaio ben chiuse. Ceniamo al vicino ristorante Sorgenti del Piave, dove mangiamo benissimo riconcigliandoci con il bel paese.
Prima di coricarci abbiamo in contemporane la stessa idea: una bella tisana in camera, appena passiamo dalla teoria alla pratica pluff! Salta tutta la luce del piano e ci mettiamo a letto al buio.


6° Giorno - Cima Sappada - Lago di Misurina - passo Fedaia - passo Pordoi - Canazei

Al mattino ci attende una sorpresa, forse per farsi perdonare per averci lasciati al buio tutta la notte hanno allestito una sontuosa colazione. Il Boss si perde tra i dolci e ne esce con una dose di trigliceridi bastante per un paese intero. Soddisfatti prepariamo le moto e saliamo per una stretta via fino alle Sorgenti del Piave. Il posto è incantevole l'aria a 1830m. è tersa, poca gente in giro Il Piave nasce proprio in un bel posto, ristorati proseguiamo il tour delle Dolomiti. Ci fermiamo per l'ora di pranzo al Lago di Misurina, in un bel contesto mangiamo in una pizzeria con terrazza sul lago. Paesino riesce a mangiare una improbabile pizza alla trota di lago che nuoterà nel suo stomaco per tutto il giorno. Da Cortina d'Ampezzo proseguiamo per il passo del Falzarego frequentatissimo quindi per il Pordoi verso sera dove non c'è un anima. Scendiamo a Canazei dove troviamo riparo in una casetta rosa e gaia - Cesa Planber -. C'è animazione in paese, una piccola festa con esibizione di snowboard su pista di neve riportata. Preferiamo la sosta in un ristorante per recuperare le energie. Dopocena a spasso per il paese in festa.

7° Giorno - Canazei - Passo Manghen - Moena - a casa .....

Ultimo giorno di vacanza, partiamo un po tristi, ma ci fermiamo presto per accontentare "il mea" della compagnia che vuole vedere l'allenamento della Sampdoria a Moena:resistiamo 5 minuti, ci aspetta "il puzzone". Pochi km ed eccoci a Predazzo nel Caseificio del Puzzone di Moena: riempiamo di formaggio anche le tasche, il Boss stracolmo ci delega una borsa di ogni ben di Dio. Andare verso casa è troppo semplice, per cui facciamo una piccola deviazione per il Passo Manghen. Arriviamo al rifugio è stanno preparando laa polenta nel paiolo; non ci resta che fermarci per pranzo. Satolli, scendiamo a valle con le nuvole che non promettono niente di buono. Al fresco si viaggia bene, la Brenner Autobahn scorre come l'olio ma all'improvviso ecco il pasticcio: un acquazzone bestiale, per fortuna siamo a tiro di un'area di servizio e ci ripariamo sotto la pensilina del distributore, ma piove di stravento per cui ci dobbiamo riparare all'interno. Mezzoretta ed è tutto finito, l'unico bagnato fino al collo è il Boss, ma ha il fisico. Ripartiamo e zigzagando tra le nuvole riusciamo ad arrivare indenni a Tortona dove ci separiamo; il dott arriva a casa asciutto mentre Boss e Paesino non contenti si infilano nell'ultima nuvola bastarda della giornata riuscendo per fortuna a salvare il formaggio.