Iran 2001 - più in giù del Quwait



Parte prima




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Partecipanti


il cantoniere Honda Varadero 2003 - grassaggio e misurazioni

il merlaccio BMW R 1100 RT 1998 - caffettiera,gelati e merende

il dottore Honda XL650V Transalp 2000 - chiacchere e kebab


Per entrare in Iran con il mezzo proprio occorrono:


  • Carnet de passage en douane: da richiedere nelle delegazioni provinciali dell'ACI; il costo della pratica è di Lire 150.000. Il Carnet è ottenibile in 15 giorni lavorativi, la documentazione richiesta è la seguente:
    - Fideiussione bancaria del prezzo a nuovo del veicolo, e se il veicolo è fuori produzione, l'importo a nuovo di veicolo analogo. La Banca richiede normalmente il 2,40% dell'importo della fideiussione. (è possibile contrattare, noi abbiamo speso l'1% dell'importo della fideiussione)
    - Libretto del mezzo in fotocopia
    - Numero del motore (non reperibile sul libretto)

  • b) Patente internazionale: da richiedere all'ACI (tutte le delegazioni) costo di Lire 115.000. ottenibile in tre giorni lavorativi. La documentazione richiesta è la seguente:
    - patente che trattengono per tre giorni
    - due fotografie di cui una autenticata

  • c) Visto consolare: costo di lire 100.000 se si produce un invito da parte di un Iraniano o con la conferma di servizi turistici acquistati presso una agenzia iraniana. Se si svolge la pratica presso AdinehViaggi via Casarotto 8 Milano (metró Loreto) telefono 0226113987 .il costo é di £ 245.000 senza l'obbligo di prenotazione di altri servizi. Per il visto, occorre presentare passaporto con alcune pagine affiancate libere senza visti di Israele ed una foto tessera. (per le signore con il capo coperto) Pratica espletata in 15 giorni lavorativi.

  • d) Assicurazione sanitaria (solo consigliata)

  • il viaggio


    24 Aprile - Martedì - Novi ligure - Ancona - km 480

    - bella giornata-

    Diario

    Ci ritroviamo come al solito al casello di Novi Ligure alle 7,45: è una bella giornata con una temperatura di 4°C. Ci dirigiamo verso Ancona di buona lena. Alle 10 facciamo sosta in un area di servizio vicino a Bologna dove siamo assediati da un gruppo di zingare. Alle 12,30 arriviamo al porto e ci imbarchiamo sulla deserta Olimpik Champion della Anek Lines che salpa alle 14.00. Cabina tripla e passaggio moto L.655.000. Pranziamo a bordo, facciamo un sonnellino e ...sorpresa: sentiamo strani rumori di vetri rotti nel bagno. L'alce che avevamo lasciato a CapoNord è ritornato più sano e più forte di prima. Ceniamo al self service e serata sulle poltrone deserte dell'Ocean View in compagnia di una bottiglia di ouzo.


    25 Aprile - Mercoledì - Igoumenitza - Asprovalta km 476

    - bella giornata-

    Diario

    Sveglia alle 4,00 ci prepariamo e senza colazione sbarchiamo a Igoumenitza per primi, é buio, le strade sono deserte, c'è una serenata stupenda ed un bel frescolino. Ci avviamo verso Ioannina ma dopo il primo scollinamento troviamo la nebbia che ci raffredda e rallenta. Il dottore lamenta problemi di assetto alle basse velocità, gomme nuove o cupolino? La causa di tutto questo é, come scopriremo in seguito l'abbinamento di cupolino bauletto e sacco giallo. Dopo Ioannina ci fermiamo a fare un caffè in un campo di preservativi con vista sul lago. Proseguiamo verso il passo di Cataro a 1690 m. (foto 55,8 Kb) con belle viste e neve sui bordi della strada che si presenta gelata nei tratti all'ombra. Arriviamo a Kalambaka e con una piccola deviazione facciamo una visita veloce ma completa a tutti i monasteri (foto 69,1Kb) delle Meteore. Riscaldati dal sole di mezzogiorno ci fermiamo in un prato in compagnia delle mucche per toglierci un po di imbottitura. Pranziamo a Kalambaka nella piazza principale di fronte alla fontana. Facciamo Bancomat, comperiamo schede telefoniche e sigarette ed eccoci sulla strada di Trikala con lo stomaco pieno di kotopoulo e patate. Pochi km e ci dobbiamo fermare per un caffè rigeneratore. Imbocchiamo l'autostrada per Larissa e paghiamo due volte 250 Dr a testa; sosta gelato e benzina che costa all'incirca 290 Dr al litro. Le strade sono buone e quasi tutte nuove, proseguiamo per Kavala pensando di pernottare ad Asprovalta, ma il merlaccio riesce ad attraversare un paese carino pieno di hotel e pensioncine sul lungomare senza vedere un posto per dormire. Ci fermiamo in un paese che inizia con la O.. e chiediamo informazioni ad un barista il quale ci presenta mezzo paese prima di indirizzarci all'hotel Sirtaki (15.000 Dr con colazione). Nel frattempo mangiamo in un tavolo apparecchiato al bar i pesciolini del ristorante a fianco e misteriosamente un piatto di gamberetti sparisce passando nelle vicinanze del cantoniere che nega il furto leccandosi i baffi non ancora cresciuti. Parcheggiamo le moto sul bordo della piscina interna e dormiamo tranquilli.



    26 Aprile - Giovedì Asprovalta - Biga km 472

    - bella giornata-

    Diario

    Siamo in forma, ci siamo riposati ed abbiamo buone intenzioni ... la Turchia ci aspetta. Le strade sono tutte nuove ed ora c'è anche la tangenziale che permette di superare Kavala ed altri paesi. Il cantoniere è preoccupato per la catena senza grasso (ha previsto 12 unzioni) ed ogni tanto fa qualche finta per potersi fermare. Messo su dal merlaccio che ogni tanto guarda preoccupato la catena, a 5 km dal confine turco l'aspirante untore supera tutti ed impone una sosta con la scusa di un pasto, poi consumato in fretta e furia. Il tempo della sosta è quasi interamente dedicato alle catene ed anche il dottore, suo malgrado, ne resta coinvolto. Pochi minuti e siamo alla frontiera dove passiamo per vari uffici spendendo 5 + 4 + 2 $ per diversi permessi in un clima rilassato e senza problemi. Incontriamo anche 4 svedesi che con 3 Enfield sono diretti in India e siamo colpiti dalla loro serenità. A Kasan diventiamo milionari, infatti il merlaccio ritira con il Bancomat 150.000.000 di TL. Arriviamo a Gelibolu sul Marmara Denisi superando alcuni posti di blocco dell'esercito ( al cartello DUR occorre fermarsi e proseguire ad un loro assenso). Prendiamo al volo il traghetto delle 17.00, e mentre acquistiamo i biglietti 3.000.000 in tutto, il cantoniere è circondato da una folla di curiosi che gli toccano tutti i tasti e le leve della moto. Sul traghetto facciamo conoscenza del Dott. Giacomino, elegantissimo in giacca e cravatta, visita con cura tutte le moto, soffermandosi in particolare sulla moto del merlaccio. All'arrivo abbandona il pullman di cui è l'autista per assistere all'impennata che il cantoniere gli aveva promesso ma che non farà. Appena sbarcati svoltiamo a sinistra per Bursa e se ne vanno i primi 45.000.000 di TL in benzina che è carissima. Costeggiamo il mare e 20 km dopo Biga avvistiamo un piccolo motel sulla destra, ottenuta l'approvazione del canto ci sistemiamo: moto in giardino, cena con i fiocchi (33.000.000 TL) e cameretta pulitissima (20.000.000TL). Cominciamo ad apprezzare la proverbiale ospitalità turca.


    27 Aprile - Venerdì Biga - Ankara - km 557

    - bella giornata-

    Diario

    Giornata bella con cielo limpido e leggera brezza. Ci svegliamo per le 7,30 e per le 8,30 siamo pronti per la colazione come d'accordo. Scendiamo in sala ma non si vede anima viva e per di più siamo chiusi dentro. Facciamo un pò di rumore e tutto si aggiusta. Il merlaccio in vena di buone azioni va al distributore a comperare le sigarette per il canto, compera anche due cartoline impolverate senza ricevere alcun rimprovero, ma sguardi di disapprovazione. Arriviamo a Bursa, è polverosa, caotica, piena di buche e ci vuole del tempo per attraversarla; in un paese prima di Elkeshair facciamo un doppio Bancomat, acquistiamo del buon pane, birrette Efes e qualche biscotto. Ci fermiamo lungo la strada e ci accampiamo nei pressi di un pecoralserraglio. Cuciniamo un minestrone ristoratore; nel frattempo sbuca un vecchietto stile Amici Miei, al quale offriamo 2 fragole e 1 Kit e Kat e vista la sua ingordigia e la sua insistenza mettiamo una mela bella fuori e brutta dentro come esca sul muretto. In un attimo la mela sparisce finendo nella sua tasca, ci stringe la mano, ci benedice e se ne va. Abbiamo anche altri commensali, tra cui un bambino con due orecchie a sventola da competizione che ci regala un sorriso che vale la giornata. Pochi km dopo veniamo fermati ad un "Trafic Control" (saranno le maledizioni del vecchietto?) dove ci viene contestato un eccesso di velocità 116 km con il limite ovunque di 90 km/h. Piangiamo un pò ma sono incorruttibili; paghiamo 79.800.000.TL (un piccolo sconto rispetto ai 162.000.000 di TL previsti) con resto, ricevuta e raccomandazioni. Con la coda tra le gambe riprendiamo il viaggio. Viaggiamo alla velocità prescritta, e menomale perché incontriamo altri radar control prima di arrivare ad Ankara. Facciamo benzina a Polatli, cerchiamo anche un hotel ma il Gordio, l'unico del paese, è completo. La città di Gordio, antica capitale dei Frigi è a pochi km. Si può visitare la tomba del re Mida, che secondo la leggenda tramutava tutto ciò che toccava in oro. La città è nota anche per il "nodo gordiano". Secondo la tradizione a chi riusciva sciogliere il nodo si aprivano le porte dell'Asia. Alessandro il Grande indispettito e forse con poca pazienza tagliò il nodo con la spada e se le aprì d'autorità. Si fa buio, il cantoniere tende al nero ed entriamo nel caos di Ankara. Assorbiti dal traffico sempre più intenso e pericoloso, ci ritroviamo circondati da cattivissimi minibus che quasi ci mangiano ed allora ci fermiamo sulla destra in un posteggio di taxi. Il dottore si avvia a piedi per cercare un hotel e trova nelle vicinanze l'Ersan 28$ e nella zona pedonale il Melody 105$ . Scegliamo il primo per ammortizzare la spesa delle multe, anche se il canto è un pò restio a lasciare le moto nel dehors. Ceniamo nelle vicinanze in un locale polivalente frequentato da molti giovani ed incontriamo Antonio Hinoki ed il figlio di Cioni (un peccato di gioventù?) Al ritorno assistiamo ad uno spettacolare ingorgo di taxi che girano in tondo nella zona alla ricerca di clienti strombazzando anche alle ombre con un poliziotto che assomiglia all'arbitro Farina che ammonisce tutti fischiando ad un ritmo indemoniato. A lato il suo tranquillo collega Vanzetti si limita a sgridare qualcuno dall'altoparlante del Renault 12 della Polis. A letto sfiniti e stupiti.


    28 Aprile - Sabato Ankara - Bodzkale km 200 + 12(scavi)

    - bella giornata-

    Diario

    Strano ma vero: usciamo da Ankara senza sbagliare strada ed in un baleno ci ritroviamo in direzione di Samsun. Prudenti e costanti alla velocità di 90 km/h arriviamo in tre ore a Bodzkale. Prima del villaggio ci fermiamo per fare rifornimento ed il merlaccio è costretto a fare dei viaggi charter per fare provare la moto a tutti gli addetti al distributore ... e sono tanti. Siamo bloccati all'ingresso del paese dal gestore del Motel Asikoglu che, oltre a vitto e alloggio (30.000.000 TL) ci organizza anche la giornata. Mangiamo al selfservice con turisti polacchi, facciamo piccola manutenzione alle moto con alle costole il sig. Attila guida professionista e discreta. Finalmente con Attila a bordo partiamo per l'esplorazione di Hattusas (inserita nel World Heritage List) l'antica capitale degli Ittiti. (foto 54 Kb) Attila è un ometto come si deve, sembra Chico l'amico di Zagor e ci fa visitare per bene tutte le rovine con dovizia di particolari e tanta strada a piedi per più di tre ore. Scemi come pochi, già carichi come asini ci riempiamo di pietre ricordo per 30.000.000 di TL, qualche kilo che ci porteremo appresso per tutto il viaggio. Attila annuisce contento, si becca 20.000.000 TL e vuole anche offrirci da bere con i nostri soldi. Quattro passi in paese che è molto bello e serata con Kebab speciale al fuoco di legno di pino, forse il più buono di tutto il viaggio.


    29 Aprile - Domenica - Bodzkale -Erzikan km 518

    - bella giornata-

    Diario

    Il dottore che non si è perso ad Ankara si perde a Bodzkale e finiamo in un cortile tra oche anatre e galline;dopo un' ingloriosa retromarcia procediamo nella direzione opposta verso Sivas e per l'ennesima volta ci ferma il Trafic Control. Fortunatamente viaggiavamo a 90,5 km/h e così si limitano ad una bella sgridata. In giornata riusciamo a capire anche come funziona il meccanismo: auto civetta viaggiano con il radar a bordo e segnalano i cattivi alla pattuglia che è molto più avanti, di solito in uno spazio dopo un dosso. Da questo momento cominciamo a viaggiare un pò tesi, il cantoniere prende il comando della situazione e quando vede un'auto sospetta rallenta e a volte mette anche il cavalletto. Ci fermiamo a mangiare in un Denisleri Tesisleri e spendiamo 14.000.000 di telefonate per fare sapere a tutta Bosio della multa milionaria. Facciamo una sosta per il caffè attorniati da una scolaresca in gita e la strada diventa spettacolare. In prossimità di un Trafic Control il merlaccio ed il cantoniere si perdono sorpassando un autotreno, ci ritroveremo tutti assieme solo molto più avanti. Arrivati ad Erzican siamo accolti da un collega del merlaccio con BMW modello 55 addobbata in modo strano e con gli ammortizzatori scaricati a bella posta in modo da avere una andatura altalenante tipo materasso a molle. Arriviamo con il codazzo dei curiosi all'hotel Saray (18.000.000 TL) accolti dalla doppia stretta di mano di un poliziotto gigantesco a guardia di non si sa cosa. Per la città si passeggia bene, l'aria è frizzante e siamo circondati da vette imbiancate. A cena a causa della esagerata gestualità del merlaccio mangiamo una cosa per un'altra e quindi viene sgridato per bene dal cantoniere. Poiché ci rimane un pò male gli lasciamo comperare una bottiglia di Raki per sollevare il morale.

    30 Aprile - lunedì - Erzikan - Dogoubayazit km 482

    - bella giornata-

    Diario

    La BMW del 55 al mattino é davanti all'hotel che ci aspetta. Il ragazzo turco ci vuole a casa sua per colazione ma essendo in ritardo nella tabella di marcia lo ringraziamo e ripartiamo. Siamo subito nel Trafic control fino al collo. Puntiamo per Erzurum superando alcuni passi alpini e ci facciamo il caffè in compagnia di una mandria di mucche. Superiamo senza problemi alcuni posti di blocco dell'esercito subendo solo le solite interrogazioni su Fathim Terim ed Halan Sukur e la bestia nera del Milan: il Galatasaray. La strada è molto bella e ci appare un paesaggio antico e pieno di colori. Dopo un ultimo passo arriviamo ad Agri a corto di benzina ed al primo distributore hanno solo normale per cui ci accontentiamo di pochi litri. Nel primo pomeriggio dobbiamo ancora pranzare, il canto aguzza la vista e scova un Dinlemme Tesisi dove mangiamo un pò di riso ed il dottore un rarissimo pesce di fiume di alta quota (1900 m). Arriva anche un autobus di Iraniani che vista la moto del canto piena di colori islamici, la circondano, ci salgono a turno sopra e si fanno una bella foto ricordo. Dopo il Rachidi Gecidi si scorge l'Ararat nella sua imponenza 5167 m,(foto 24 kb) coperto di neve e dalle solite nuvole. Una bella foto ricordo per il merlaccio ed entriamo in Dogoubayazit; la strada è particolare con buche da un metro cubo e siccome c'é un fiorente contrabbando di benzina sui bordi ci sono cisterne, bidoni e taniche di benzina con centinaia di ragazzini che procacciano clienti. L'inquinamento è impressionante, probabilmente è anche nel DNA degli abitanti che hanno il colore del petrolio. Alloggiamo al vissuto hotel Isfahan, un tempo meta di scalatori, per 20.000.000. TL . Ceniamo in un Kebabi dove ci serve un ragazzino molto sveglio e nel passeggio serale, in una città di confine che però da un senso di sicurezza, troviamo dei sidecar inglesi di una spedizione ( Silk and Steel) che sono diretti a Pechino. Vuotiamo la bottiglia di raki prima di entrare in Iran.

    1 maggio - martedì - Dogoubayazit - Tabriz - km 320

    - bella giornata-

    Diario

    Raccontare la giornata di oggi non è certo facile. Sveglia alle 7 e partenza per la frontiera iraniana. Il dottore dopo essersi perso nella rotonda di Tortona si perde anche nella piccola cittadina di Dogoubayazit, visitando cortili di scuole e caserme. Il confine dista 35 km ed in prossimità di esso superiamo di slancio 4 km di autotreni in attesa di passare. Superiamo il primo controllo in poco tempo pagando una tassa di 1.000.000 TL p.c. scrollandoci di dosso gli assillanti cambiavalute con i loro tassi sfavorevolissimi. Facciamo 2 km di motocross tra fango e buche giganti ed arriviamo alla dogana vera e propria, tre uffici, tre timbri e il cantoniere lascia il segno su una bionda doganiera che gli fa gli occhi dolci e lo vorrebbe trattenere in Turchia. Ma il nostro eroe resiste a tutte le tentazioni e finalmente ci aprono il primo cancello dell'Iran. Una marea di chador e baffetti neri ci sommerge. Cosa fare? Un militare ci prende in consegna e superando una lunga coda ci fa mettere un primo timbro, ma ecco che appare Frankie Banana,al secolo Mr Hossein, ci squadra, fa un cenno al militare e ci prende in consegna. Nel suo ufficio si presenta in un perfetto inglese, ci fornisce alcune raccomandazioni ed informazioni sul viaggiare in Iran ed in meno di due ore correndo tra diversi uffici ci sbriga tutte le formalità doganali. Morale della favola: passaggio indolore in un altro mondo con cartina di Tabriz in regalo, come contropartita: 10.000.000 di TL , una scatola di antibiotici e il cambio di 300 $ al tasso accettabile di 1 $ = 7500Rials. Un ultimo controllo 2 km a valle e siamo in Iran; al dottore sorridono persino le orecchie. Anche il merlaccio è contento dopo km di asfalto ruvido, gobbette e radar control finalmente può lasciar scivolare la moto su un bell'asfalto e senza problemi di polizia stradale. A pochi km da Maku incontriamo "Scovazzi" che stanco della Scozia se ne va in Nuova Zelanda in bicicletta ad insegnare matematica. Dopo un po' in un ventoso altopiano la prima sorpresa: ci dobbiamo fermare per far passare una gruppo di dromedari (foto 67 kb). Pur viaggiando a velocità sostenuta abbiamo sempre alle costole Jackob con una Honda 125 da lui elaborata. Ad ogni tentennamento nell'attraversamento dei paesi ci sorpassa e così a forza di sorpassi diventiamo amici, e ci invita a fermarci per bere un te. Purtroppo non parla inglese e la nostra conversazione è solo gestuale, ma si offre di accompagnarci fino a Tabriz all' hotel Adzerbaijan. Nei pressi di Tabriz l'hondina comincia a perdere colpi ed arriva in città singhiozzando sfruttando la scia dei camion. In un quartiere periferico abbandona la moto e prende al volo la bicicletta di un suo amico ed un casco di banane da una bancarella, omaggio ingombrante per il cantoniere. Ma la catena della bici salta e così viene caricato dal merlaccio. Ci fermiamo davanti all'hotel sulla via principale a quattro corsie e, mentre il dottore contratta camera e parcheggio, il merlaccio ed il cantoniere sono attorniati da una folla festante, auto e taxi che si fermano curiosi fino a bloccare il traffico. Interviene un vigile per sbrogliare la matassa, ma dopo pochi minuti è tutto come prima. Lavati e stirati telefoniamo a Jackob che nel frattempo si era dileguato ed a forza di grugniti rimaniamo d'accordo su nulla. Passeggiamo avanti e indietro di fronte all'hotel ed ecco che arriva con il suo amico Josef a bordo di una Kia Pride nuova fiammante con ancora la plastica sui sedili. Appena arrivati passiamo una serata iraniana: a spasso nel traffico serale con l'auto, con famigliole iraniane che fanno picnic nelle rotonde e sulle scarpate delle autostrade, quindi sosta al Luna Park, foto di gruppo sul laghetto e cena nel ristorante in mezzo all'acqua. Alla fine la vera sorpresa! Sosta in una casa da te (la più autentica che troveremo) all'aperto tra gli alberi della collina di Tabriz, nessun turista, solo uomini e tutti con la pipa ad acqua davanti. Jackob fumatore professionista, ne ordina una per se ed una da bambini (di dimensioni minori) per il dottore che gradisce la freschezza e la fragranza del fumo. Jackob ne cambia tre e nell'ultima dai sorrisi e dagli apprezzamenti, sembra che ci sia qualcosa di diverso del solito fumo. Chi non fuma si scola fiumi di te molto buono, da bere non zuccherato secondo i suggerimenti dei nostri amici e"facendo zuppetta" con le zollette di zucchero. Ritorniamo in albergo tardi fermandoci però prima in una curva della tangenziale per l'ultima foto di gruppo.


    2 maggio - Mercoledì - Tabriz - Rast 487 km

    - coperto con pioggia -

    Diario

    Mentre piove su Tabriz, facciamo colazione in hotel. Al saldo del conto, la ragazza addetta alla reception ci chiede un grosso favore: una foto di Roberto Baggio che è sicuramente l'italiano più famoso in Iran. Dopo solenne promessa e scambio di indirizzi, lasciamo senza traumi il traffico della città appena smette di piovere e andiamo verso Ardabil. Sbagliando imbocchiamo la più breve che anche se marcata come strada secondaria è bella e scorrevole. Non troviamo distributori, per cui ci fermiamo a chiedere; due taxi con relativi passeggeri deviano dal percorso per accompagnarci dall'altra parte della città. Quindi andiamo ad Astara costeggiando il confine dell'Adzerbaijan. Ci sono molti posti di blocco dell'esercito dove si controllano accuratamente passaporti e mezzi in transito; a noi succede di essere circondati da militari con il colpo in canna, in una atmosfera comunque amichevole. Arrivati ad Astara sul Mar Caspio seguiamo la strada costiera tra risaie a cascata simili a quelle del sud-est asiatico. Superiamo il paese dei motociclisti, un posto davvero particolare con odore di olio bruciato, una esagerazione di moto russe e dei paesi dell'Est, di officine e di ragazzi scuri unti perenni . Il paese successivo è il paese delle mucche ed assistiamo alla tecnica iraniana di superamento di mucca in centro strada: l'auto proveniente dal senso di marcia opposto alla nostra rallenta e senza fermarsi dà un colpettino nei garretti dell'animale che spicca un balzo verso il ciglio della strada passando a 10 cm dal merlaccio che invece si era fermato. Pochi km dopo troviamo una mucca che non è riuscita a spiccare il balzo ed i cani stanno facendo un bello spuntino. Purtroppo anche i cani non se la passano bene sulle strade iraniane, in pochi km troviamo 5 carcasse in mezzo alla carreggiata. Pioviggina ed arriviamo a Rast in serata ed adottiamo la solita procedura per trovare un hotel: si cerca un tipo medio che sale sulla moto del merlaccio, a volte senza avvisare mettendo a dura prova l'equilibrio del guidatore, quindi con una serie di staffette di taxi, motorini, ciclisti e bambini si arriva con la scorta a destinazione. Hotel Ordibest 300.000 Rs cena 80.000 Rs. Dopo cena facciamo un giretto in città, un ubriaco che ci importuna viene allontanato e minacciato da giovanotti locali.

    3 maggio - Giovedì - Rast - Noushar km 210

    - coperto -

    Diario

    Il dottore si sveglia per primo, si affaccia alla finestra e con tranquillità ci informa che i muratori stanno spostando le moto in cortile. Il merlaccio crede ad uno scherzo, ma poi si affaccia alla finestra, si mette a gridare ed in pigiama scende per le scale insultando tutti in dialetto di Bosio ed in particolare con il posteggiatore che ci aveva garantito che i muratori non avrebbero lavorato. Oltre a cercare di spostare le moto, hanno anche fatto saltare anche lo stemmino Bmw dal bauletto. Lasciamo la città ed andiamo in direzione di Nur sul litorale del Mar Caspio. Il traffico è sostenuto e si viaggia con difficoltà, inoltre moto ed auto a volte si affiancano per osservarci meglio. Cerchiamo una spiaggetta tranquilla sul mare, ci facciamo un caffè, le foto di rito (foto 99 Kb) a 30 m sotto il livello del mare, assaggiamo l'acqua e raccogliamo le conchiglie ricordo. Arriviamo a Nousahr e ci fermiamo all'hotel Shalizar per 40 $ e diritto di mettere la moto di notte nell'ingresso. Da oggi il cantoniere si è accorciato il nome in MacCanto, ma le procedure per le docce si sino allungate. A MacCanto è sparito il suo adorato grasso dal borsello sul manubrio, questi iraniani! Cose che possono capitare anche da noi, ma pensavamo di essere in un paese più serio. Regola del Pit: è la regola n.1 per districarsi nel traffico iraniano, ognuno può fare quello che vuole, bisogna solo segnalare la propria presenza con un piccolo colpo di clacson.

    4 maggio - Venerdì - Noushar - Teheran km 310

    - bella giornata -

    Diario

    Partiamo al mattino senza colazione con il Merlaccio particolarmente nervoso. Seguiamo le indicazioni per Amol ed imbocchiamo la strada con il passo che conduce a Teheran. Il Merlaccio fa il dispettoso e si perde da solo. Il dottore si ferma e chiede informazioni ad un poliziotto baffuto e.. non si sa se per simpatia baffesca o per qualche altra regola iraniana, viene abbracciato e baciato sulle guance (meno male) con energia. Ritirata strategica e ritrovato il figliol prodigo lo sgridiamo per bene e non lo lasciamo più viaggiare ne davanti ne didietro ma solo in mezzo sotto stretta sorveglianza. La strada è bella e sale in continuazione per 50 km, arriviamo al passo e ci fermiamo in un piazzale con un santuario dalle cupole dorate e siamo interrogati da alcuni fedeli alla maniera dei Semini. ( Dove vai, quando vieni, cosa fai ....) Scendiamo verso Teheran ed iniziamo a conoscere il traffico della capitale e lo smog. Alla prima sosta vediamo in faccia il dottore che sembra appena uscito da un camino. Solita procedura per trovare l'hotel e accompagnati prima da un motorino con un guidatore alquanto bizzarro che guida con una mano sola e in un traffico bestiale è sempre affiancato al merlaccio con il quale vuole scambiare pareri su non si sa cosa, provocando non pochi pericoli; quindi un pedone serio ci accompagna all'Omid hotel, con una scorciatoia passando per marciapiedi. Prendiamo una Junior Suite per 2 giorni 160$ con colazione e moto parcheggiate in un cortiletto sicurissimo e con cancello chiuso a doppia mandata: il Canto ed il Merlaccio possono dormire sonni tranquilli! Per un disguido apriamo la porta in mutande alla cameriera che non fa una piega; tante cose dell'Iran che abbiamo letto sono ormai superate dai tempi. Per la sera facciamo quattro passi nella città deserta per la giornata festiva, non troviamo un ristorante che ci ispira ed in taxi ritorniamo in hotel per cena e mangiamo anche bene. Nella capitale non solo la regola del pit è valida ma addirittura è obbligatoria!

    5 maggio - Sabato - Teheran km 0

    - bella giornata -

    Diario

    La colazione è ricca con tante cose buone e pane croccante. Attrezzati da turisti iniziamo l'esplorazione della capitale a piedi ma ci accorgiamo presto che non è il nostro mestiere per cui sperimentiamo il primo taxi collettivo. Schiacciati tre davanti e tre dietro su una Paykan andiamo all'Azadi Tower (foto 45 kb) monumento voluto dallo Scià e costruito negli anni 70. MacCanto si sbizzarrisce come fotografo cercando l'angolazione e la luce giusta, anche se la torre è davvero immensa ed è difficile farla rientrare tutta nel nostro obiettivo. Altro taxi collettivo, ed in compagnia di un signore distinto facciamo il più bel viaggio della nostra vita. E' l'ora del traffico massimo appena prima di mezzogiorno, sembra di essere sugli autoscontri, la strada a quattro corsie è pienissima e la vera sorpresa sono i motorini, tantissimi con due,tre,quattro persone a bordo che viaggiano in ogni senso, soprattutto contro mano. Abbiamo anche capito l'atteggiamento da tenere nei confronti del pedone. Vietato fermarsi anche se si tratta di donne e bambini, l'unica regola è quella della mucca, un colpetto ed il pedone salta via. Abbiamo però visto che in città ci sono molti zoppi ed invalidi di ogni età, probabilmente sono quelli che non sono riusciti a saltare. Arriviamo al bazar, strutturalmente non è molto bello, ma è pieno di gente ed è enorme, infatti dopo un'oretta desistiamo e facciamo la coda in una panetteria dove sfornano un pane arabo delizioso e profumatissimo. Il caldo è opprimente, le nostre facce unte dallo smog ci sediamo così ai bordi della via sul marciapiede all'ombra di verdi alberi che costeggiano fossi con acqua che scorre gorgogliando, sporca ma senza cattivi odori, e facciamo merenda. Mentre ritorniamo per un riposino e doccetta, ad un semaforo il nostro taxista scende e con studiata lentezza dà una tiratina ai bulloni delle ruote non curandosi della confusione creata. Rientriamo ritemprati nella calca, troviamo un supermercato e facciamo le prime commissioni tra cui una bomboletta di gas per il fornelletto e ceniamo in camera all'italiana.

    6 maggio - Domenica - Teheran - Esfahan km 467

    - bella giornata -

    Diario

    Usciamo a pieni voti dal traffico caotico di Teheran sotto la guida del Merlaccio che si è preparato a dovere. Prendiamo l'autostrada per Qom con MacCanto che a corto di preoccupazioni si preoccupa della poca benzina del dottore. Superiamo il santuario di Komeini con le quattro cupole ricoperte da 100 kg di oro, finalmente facciamo benzina e siamo tutti più sereni. Il paesaggio è arido ed inizia a fare caldo, ci facciamo un caffè in un oasi con frutteto ed ombra. La strada è bella e scorrevole a doppia corsia; le due carreggiate sono separate da quasi un km e si avvicinano solo in prossimità dei paesi (pochi) e dei distributori che sono in un solo senso di marcia, ma con possibilità di conversione. Il caldo ci rende nervosi, pasticciamo nella ricerca dell'albergo con molti veti e finiamo nell'hotel con il garage più caro del mondo 150$. Contenti ma non ancora soddisfatti ceniamo nello stesso hotel: la cena peggiore del mondo in compagnia di turisti francesi, (il più giovane classe 1911) atmosfera allegrissima, e per finire il conto che ci rallegra ancora di più 141.000 Rs. Serata rilassante da pedoni con gelato buonissimo nella piazza delle moschee e visita al Si o Se Pol, peccato: senza un fiume un ponte è veramente triste.

    7 maggio - Lunedì - Esfahan km 0

    - bella giornata -

    Diario

    La tiriamo per le lunghe, colazione in hotel e quindi usciamo per fare qualche commissione: francobolli per le cartoline e telefonate a casa. Per telefonare nei posti pubblici bisogna seguire una procedura particolare: si prenota la telefonata lasciando un deposito di 50.000 Rs, si aspetta la chiamata e quindi si passa alla cassa per ritirare il resto. Il costo è di 5000 Rials al minuto con un minimo di tre minuti che si pagano anche in caso di telefonata breve. Non è possibile telefonare all'estero con le schede telefoniche. Ci perdiamo nel bazar fino all'ora della siesta quando tutti i negozi chiudono, rientriamo all'hotel passando davanti ad una caserma dove sentiamo un buon profumo di pane appena sfornato. Chiediamo ai Pasdaran di guardia dove è possibile acquistarne un pò; i due ragazzi fanno un fischio al fornaio della caserma che ci porta un due chili di pane caldo, ne accettiamo una parte offerta naturalmente dai soldati, contenti di fare due chiacchere e di snocciolarci tutti i nomi dei giocatori della Lazio, per precisione nome e cognome. In albergo ci facciamo un pentolone di minestra ristoratore ed un bel riposino. Verso sera andiamo in taxi al ponte Khaju dove c'è anche una splendida sala da te, ritorniamo nella piazza delle moschee (foto 77 kb) con visita alla Masjed-é Emam, stupefacente con un particolare; al centro della cupola principale ci sono quattro mattonelle di colore più scuro, se si calpestano si sente distintamente l'eco propagarsi per sette volte. Passeggiando il merlaccio si perde in un negozio di tappeti, noi rimaniamo fuori e siamo interrogati in inglese da un ragazzo che vuole perfezionare la lingua, ma è un pò diffidente sulle domande di carattere politico. Entriamo anche noi nel negozio per ritirare il merlaccio e ci ritroviamo a far conoscenza di Amir che parla italiano molto bene, sembra un pakistano con l'accento di Peter Seller in Hollywood Party. A sorpresa sa tutto della televisione italiana che riceve dal satellite, in particolare è un fans di Papi e del suo programma Sarabanda e ci elenca tutti i campioni del gioco aggiornandoci anche sulle ultime puntate. Non è molto interessato a venderci qualcosa ma per sdebitarci dell' accoglienza calorosa acquistiamo un copriletto ed una tovaglia a buon prezzo. Per la cena ci consiglia il Tac restaurant, un iraniano distinto con una valigetta diplomatica a cui abbiamo chiesto informazioni ci accompagna, e per farci capire che lavoro fa apre la valigetta: dentro 4 fogli e una forma di scarpa in legno. Al ristorante si mangia benissimo, nella sala inferiore riservata alle "personalità" ci sono due camerieri per cliente. Prendiamo la Tac Speciality una grigliata mista buonissima. Ritorniamo al Khaju Pol per un te serale con pasticcini, ed il dottore questa volta fuma la pipa dei grandi. Il prezzo dei taxi è variabile dipende dall'onestà dell'autista: diffidare di quelli che si offrono, ma fermare quelli in transito sulla strada.

    8 maggio - Martedì - Esfahan - Shiraz - 507 km

    - bella giornata -

    Diario

    Il primo a svegliarsi è MacCanto che tira giù dal letto tutti gli altri. Partiamo alle 8,30 ed usciamo facilmente dalla città in direzione di Shiraz, la strada è bella a carreggiate separate con fondo quasi perfetto. Per tutto il viaggio siamo accompagnati da vento forte e locali tempeste di sabbia; il paesaggio è bello e vario, le zone desertiche si alternano ad oasi, passi e pianure fertili ricche di acqua. Sosta per un caffè e a Pasagarde per una rapida visita alla tomba di Ciro, quindi arrivati a Naghsh-é Rostam in ora di merenda, pranziamo in un locale per comitive ma con ottima insalata ed una zuppa che, avendo le moto vicino, arricchiamo con il nostro prezioso olio di oliva. Finalmente possiamo mangiare tranquilli con le moto sottocchio ed assenza di palpeggiatori di tasti e levette (escluso il cameriere). Ripartiamo ed in breve arriviamo al primo tentativo all'Hotel Sadra con tripla spaziosa e pulita (35 $), personale simpatico e moto in cortile chiuso, ma con pericolo di scintille e scorie di saldatura dei carpentieri in opera nel vicino cantiere. Ceniamo in Hotel, appena sufficiente, e quindi passeggiata nello Zand, la via principale dove prenotiamo la visita guidata a Persepoli per l'indomani.

    9 maggio - Mercoledì - Shiraz - 0 km (100 in bus)

    - bella giornata - caldissimo -

    Diario

    Sveglia alle 6,30, colazione e alle 8,00 si parte con un pulmino con aria condizionata per la visita di Persepoli che ci costa 5 $ a testa. Siamo in 11; la guida é una ragazza alla sua prima esperienza un po grossa ma simpatica.Visitiamo Persepoli (Takht-é Jamshid) in 3 ore, l'ingresso costa 50.000 Rs, (foto 79 kb) la guida si impegna ed è esauriente. La capitale estiva dell'impero achemide fu voluta da Dario il Grande nel 512 a.C. e terminata nel giro di 150 anni da altri re tra cui Serse e Artaserse. Nel 331 a.C. la città fu distrutta da Alessandro il Grande forse per rappresaglia per la distruzione di Atene da parte di Serse. Proseguiamo per Naghsh-é Rostam dove l'ingresso costa 15.000 Rs ed inizia a fare molto caldo. Nel sito ci sono le quattro tombe di Dario I°, Artaserse, Serse I° e Dario II°, un tempio del fuoco di periodo achemide e alcuni splendidi bassorilievi di periodo sasanide III° sec. d.C. che celebrano la vittoria dei persiani sull'invasore romano Valeriano. Rientriamo a Shiraz nel primo pomeriggio accaldati ed affamati per cui tiriamo fuori il set di pentole e ci facciamo una bella spaghettata ed una fresca insalata. Sonnellino e verso sera andiamo a perderci nel bazar, e ci perdiamo davvero passando però in posti curiosi e affascinanti. Entriamo nella Bogh'é-yé Shah-é Cheragh la famosa tomba del re della lampada che ospita i resti del fratello dell'Imam Reza venerato a Mashhad con un magnifico cortile interno, ci sediamo, è l'imbrunire e si accendono le prime luci e la funzione che si svolge nella moschea richiama un gran numero di fedeli. L'atmosfera e di grande devozione cosa che non abbiamo riscontrato in altre moschee dove prevaleva l'indifferenza. Rimaniamo ad ascoltare il canto diffuso dagli altoparlanti e ad osservare il via vai dei fedeli nella moschea in cui si intravvedono le pereti coperte di specchietti. Passeggiamo cercando di ritrovare la retta via e finiamo in un strada particolare, con negozi di artigiani, capre legate agli alberi che mangiano insalata. Sul marciapiede inciampiamo nelle zampe anteriori di un cavallo complete di peli e zoccoli, forse perse da qualcuno. Fatichiamo per uscire dal labirinto. MacCanto che non ci aveva seguito ci dava ormai per dispersi, ed aveva già cercato i numeri degli ospedali e dell'ambasciata. Subiamo a testa bassa una solenne romanzina e andiamo a mangiare un buon Kebab sullo Zand. Domani si parte per il rientro. Pensierino della sera: ma cosa ci farà un cantoniere di Bosio a Persepoli?




    parte seconda