Bubu e la Maestra



Luglio - 2006

Bubu et les products du terroir

Bubu e le Huitres

Parte prima

10 Luglio

Partiamo da Torino molto presto e dopo una intera giornata di viaggio decidiamo di fermarci a dormire a Laval, alle porte della Bretagna; troviamo un posto per dormire in un fasthôtel, molto semplice, ma pulito e dotato di quei confort minimi che servono per un a breve sosta, il prezzo è molto contenuto. Ne esiste una catena, sparsi nelle città principali della Francia.
11 Luglio

Riprendiamo il viaggio dopo una confortante colazione a base di burro, marmellata, croissant, succo d’arancia e caffè. Il cielo è plumbeo, l’aria è piuttosto fresca, un clima tipicamente bretone, come ci aspettiamo di trovare in Bretagna. Riprendiamo l’autostrada e dopo circa tre ore circa di viaggio, usciamo a Fouesnant e ci avviamo verso la costa, attraversando paesi che ci colpiscono subito per l’esplosione di colori dei fiori che abbelliscono ogni angolo. Ad ogni città, oltre all’appellativo di “ville fleuri”, viene assegnato un punteggio di qualità di 1- 2- 3 fiori. Simpatico incentivo! Perlustriamo le località della costa, ci rivolgiamo all’ufficio del turismo di Benodet per trovare alloggio in una chambre d’ôte. Ci accoglie una signora molto gentile, che ci accompagna in camera: la posizione è splendida, dalla finestra di fronte a noi, oltre il giardino, c’è l’oceano Il paese è grazioso, casette bianche con i classici tetti di ardesia che rispettano la tradizione del luogo. È particolarmente suggestiva la passeggiata lungo il litorale dove il fiume Odet con un estuario ampio e spettacolare va ad incontrarsi con l’oceano. E’ un importante centro turistico della Cornovaglia, amato da artisti e pittori, c’è anche un centro di talassoterapia. Dall’alto ponte della Cornovaglia lo spettacolo sull’estuario del fiume Odet e sul porticciolo è spettacolare e ci costringe a fermarci per catturare alcune vedute impareggiabili. Alla sera ceniamo in una taverna bretone sul porticciolo ordiniamo 2 assiette de fruit de mer: langustine, bulots, huitres, palurdes e tourteaux il tutto accompagnato da burro, pane nero, salsine varie, innaffiato da un piacevole vino bianco fresco (muscadet).



12 luglio

Partiamo di buon mattino alla volta della famosissima p. du Raz il punto più ad ovest della Francia. Sul tragitto incontriamo Douarnenez, un importante porto peschereccio rinomato per la conservazione delle sardine. Sorge su una bellissima baia, tra spiagge di sabbia e alte falesie.Ci dirigiamo al porto dove è in pieno svolgimento il mercato, un gruppo di musicisti suona musiche bretoni e alcune donne distribuiscono dolci del luogo. Continuiamo il nostro itinerario e ci fermiamo a Point Croix un antico villaggio bretone. Vecchie case di pietra e strette stradine selciate scendono al fiume Goyen. Siamo colpiti dal fascino discreto e silenzioso del luogo. Proseguiamo per la pointe.du Raz dove, prima di intraprendere il sentiero che conduce alla scogliera, siamo accolti da un ampio spazio con parcheggio, negozi, creperie, spazi espositivi. Proviamo un po’ di delusione perché immaginavamo un luogo pressoché incontaminato…. ci avviamo sul sentiero che porta alla costiera. Lo spettacolo è davvero grandioso: la scogliera ricoperta di vegetazione bassa, a tratti assume il colore violetto dell’erica. E’ difficile non provare emozione di fronte allo scenario delle onde che si infrangono sugli scogli mentre il silenzio è interrotto dalla voce dei gabbiani, che sono i padroni assoluti.

13 Luglio

Oggi andiamo a visitare QUIMPER. E’ una bella cittadina, con un interessante centro storico costituito da un nucleo di case a graticcio molto ben conservate. Molto interessante la maestosa cattedrale di St-Corentin. E’piacevole girovagare per le stradine con il naso all’insù ad ammirare le pittoresche finestre che adornano le vecchie case La cittadina è rinomata per le ceramiche, risalgono al1690 le prime manifatture, che sfruttavano i giacimenti di argilla sulle rive del fiume Odet. Proseguiamo alla volta della penisola di Penmarc ‘h parte meridionale del Pays Bigouden. Sulla punta estrema sorge il faro di Eckmühl che fu inaugurato nel1897. Tra la punta di Penmarc’h e Benodet si susseguono piccoli porti con un loro particolare fascino. Ci fermiamo nel piccolo porto di Kérity, dove ci appare uno scenario impressionante a causa della bassa marea: un ampio tratto di costa melmosa in cui sono incagliate le barche dei pescatori, qua e la’ affiorano rocce e alghe. I gabbiani si aggirano alla ricerca di cibo.A rendere più suggestivo il paesaggio contribuisce il colore plumbeo del cielo A Guilvinec ci attende un’interessante sorpresa: alle 16,30 possiamo assistere dall’alto di una terrazza all’arrivo dei pescatori e quindi alla Criée, cioè alla vendita all’incanto del pesce. Continuiamo il giro della costa e troviamo un altro punto spettacolare: un’ampia insenatura quasi chiusa, alle cui estremità si trovano Loctudy e Ile Tudy. Ile Tudy è quasi un’isola, infatti si trova sulla punta estrema di una stretta propaggine. Una deliziosa piazzetta,con le taverne quasi sul mare, ci costringe a fermarci per godere qualche attimo di quella deliziosa atmosfera Al ritorno siccome siamo affamati decidiamo di fermarci in una baracca lungo la strada, dove ci servono delle mules e delle frites ad una modica cifra. Si tratta di un “locale" molto alternativo gestito in comunità da ragazzi e ragazze.

14 Luglio

Non può certamente mancare una visita a Pont Aven, mi incuriosisce molto visitare questa località, famoso cenacolo di grandi artisti, tra i quali Gauguin. Il paesino è incantevole, con le vecchie case in pietra, sulle rive del fiume Aven, immerse in una ricca vegetazione Un tempo era conosciuta come la città dei mugnai, per la presenza di numerosi mulini. Nella città si incontrano molti atelier di pittori, molte insegne ricordano nel nome i dipinti del grande artista. Sulla strada del ritorno ci fermiamo a Concarnau, la città fortificata. All’interno delle mura il solito susseguire di negozi di souvenir, di prodotti locali, taverne e creperie. Proseguiamo lungo la costa e ci fermiamo per un bagno a p. de Trévignon Alla sera, ceniamo a Benodet, affollatissima di francesi che vogliono assistere allo spettacolo pirotecnico del “14 juillet”.
15 luglio

Oggi giornata di trasferimento nel golfo di Morbihan (piccolo mare), un ampio golfo, quasi chiuso, all’interno del quale si trovano 42 isolette. Non abbiamo valutato che tutti i francesi sono in vacanza per il ponte del 14 luglio e quindi non riusciamo a trovare posto sulla costa, dobbiamo andare a Vannes, dove, troviamo finalmente un albergo, alle sei di sera e ci fermiamo 2 giorni. Vannes è molto graziosa e riusciamo a godercela con tutta tranquillità perché è deserta

Domenica 16 luglio

A spasso per Vannes dove il centro storico è rinchiuso dentro i bastioni, sotto i quali si possono ammirare splendidi giardini e gli antichi lavatoi.

Lunedì 17 luglio

Ci trasferiamo in una chambre d’hôte a Kernaud,una frazione di Crach. Visitiamo i siti megalitici di Carnac uno dei centri più importanti della cultura preistorica (3000 a. C.) Lo scenario che ci appare è suggestivo e ricco di fascino: circa 3000 dolmen perfettamente allineati sono disposti su tre siti. Il più esteso è l’allineamento di Menec, attorno al villaggio di Menec 70 menhir sono disposti in semicerchio, a formare un cromlech. Proseguiamo e incontriamo l’allineamento di Kermario e di Kerlescan Siccome oggi è il compleanno di Bubu lo festeggiamo come di consueto con huitres e muscadet, che acquistiamo direttamente in un allevamento a Le Po, e le gustiamo all’aperto, sotto un ombrellone, su di un tavolo di legno, in modo molto spartano, come piace a Bubu Al pomeriggio continuiamo il nostro giro alla scoperta dei siti preistorici, e andiamo a Locmariaquer a vedere il Grand menhir brisé,un gigantesco menhir di oltre 20 m di altezza, spezzato in 4 frammenti, che un tempo segnalava l’accesso al porto. Un’ altra significativa costruzione è la Table des Merchands grande dolmen con un corridoio di 7m e una camera mortuaria con lastre incise. Sono state fatte svariate ipotesi per spiegare il significato di questi monumenti, ma il mistero si perde nella notte dei tempi, resta comunque indiscusso il fascino di questi luoghi, che ci permettono di viaggiare liberamente con la nostra immaginazione.



Martedì 18 luglio

Oggi andiamo alla scoperta del QUIBERON una stretta lingua di terra, che si spinge nell’oceano per 14 chilometri, a ovest presenta una costa aspra e selvaggia, mentre a est la costa più dolce presenta spiagge protette e pinete. Raggiungiamo la punta dove sorge la località omonima, ricca di negozi, brasseries, bar, tavene. Sulla spiaggia vediamo i tipici ombrelloni a righe bianchi e blu. Percorriamo in macchina la strada che costeggia la côte sauvage e incontriamo panorami spettacolari. Alla sera decidiamo di andare in cerca di un ristorante ad Auray. Il paese è un po’ smorto, ci spingiamo verso il porticciolo di St. Goustan poco distante. Un pugno di case in pietra si affaccia sul fiume dove ondeggiano le barche ormeggiate, sulla piazzetta si susseguono graziose taverne. Il posto è incantevole e ci lasciamo catturare dall’atmosfera suggestiva.

Mercoledì 19 luglio

Per oggi è prevista un’ultima escursione nel golfo del Morbihan et île aux Moines. Si parte dal porto di Locmariaquer si risale la riva del fiume Auray, si naviga tra le 42 isole private del golfo e si fa scalo all’île aux Moines. La giornata è molto brutta e piove, riusciamo a salire sulla barca all’ultimo momento perché non si trova parcheggio, ma ce l’abbiamo fatta. Le isole che incontriamo lungo il percorso sono proprietà privata e le poche abitazioni sono immerse nel verde. Sbarchiamo sull’isola e ci accompagna un clima piovoso, molto umido. Affittiamo due biciclette e ci avviamo alla scoperta dell’isola. L’inizio è un po’ faticoso perché la strada è in salita e stretta, a malapena passa un’automobile. Il paese è piccolo, animato dai turisti che arrivano per visitare l’isola. L’atmosfera è tranquilla, il traffico è limitato. Lungo il tragitto incontriamo molte chumières ben conservate, pare strano che proprio in questi luoghi piovosi questi tetti di paglia possano riparare dalla pioggia, ma lo strato di paglia è molto spesso e compatto. Durante il tragitto incontriamo in mezzo alla campagna resti di dolmen presi d’assalto dai turisti per le foto ricordo Ritorniamo al porto stanchi e prima di ripartire ci rifocilliamo in una taverna con due galettes e un bicchiere di vino. Siamo arrivati al termine della nostra vacanza e ci occupiamo degli ultimi acquisti. Domani si ritorna a casa e ancora una volta ci sentiamo soddisfatti e rigenerati nello spirito, spesso appesantito dai quotidiani impegni di lavoro e famigliari.